‘Fons Arethusa’, la fonte Aretusa, a Stalettì, CZ

Di Giuliano Guido

‘Fons Arethusa’, la fonte Aretusa ai piedi del Mons Moscius oggi Coscia di Stalettì nel catanzarese.

La fontana Aretusa, la descrive: 
1 – nell’anno 527, Cassiodoro in “Cassiodori Senatoris Variae”, 
2 – nel 1601, il sacerdote Girolamo Marafioti di Polistina nel libro: “Croniche et antichità di Calabria. Conforme all’ordine de’ testi greco, & latino, raccolte da’ più famosi scrittori antichi, & moderni …” ; 
3 – nel 1691, i frate Giovanni da Fiore da Cropani nel suo libro: “Della Calabria Illustrata” , 
4 – nel 1881 l’archeologo Francois Lenormant, nel libro: “La Grande-Grèce : paysages et histoire”;
5 – nel 1997, l’archeologa calabrese Emilia Zinzi nel libro: “Analisi storico-territoriale e pianificazione. Un’esperienza metodologica nel Sud d’Italia”.

‘Fons Arethusa’, la fonte Aretusa, a Stalettì, CZ

Ora nell’anno 2018, la ‘Fons Arethusa’ o Fonte Aretusa di cui tanto ha fatto parlare non è più di facile individuazione, oggi la fontana, come ricorda Cassiodoro non è più circondata da un canneto la cui ombra e le virtù di queste acque rendono piacevole la sosta alla persona che vi si accosta, e non vi è più lo stagno con le calme e placide acque, che restano tali finchè non si tossisce o si alza la voce o si fa rumore, poichè iniziano a ribollire come se sotto la superficie dell’acqua vi fosse un fuoco, e come se il sussurro umano avesse risvegliato un animale che alla voce umana risponde!
Oggi la fontana è invasa dai rovi e dall’erbacce, un lieve rigagnolo d’acqua mal governato scorre, creando un pantano nel terreno circostante, un cartello informativo recita:

“4 – Fonte Arethusa (epoca romana). Stazione di sosta della Via Grande, la fonte Arethusa si trova ai piedi del Mons Moscius, il toponimo latino designante la Coscia di Satlettì. E’ tuttora alimentata da una sorgente naturale. Si compone di una facciata monumentale a lesene sovrastate da un architrave, e da un sottostante bacino di raccolta.”

Il territorio Coscia di Stalettì, ma è più romantico il Mons Moscius è attraversato dalla via Grande, una strada di epoca romana, che da Scolacium porta a Stalettì, di cui si possono ancora vedere gli antichi basolati. Sempre lungo questa ‘via’ c’è la residenza fortificata Lucifero, oggi Pepe, e la relativa cappella privata ormai diruta. Si incontra poi il meraviglioso ottocentesco casino Blandini, la cona di San Gregorio Taumaturgo e la cona di San Rocco che ha subito una ristrutturazione che ne ha cancellato gli originali dipinti. La vista spazia sull’azzurro del golfo di Squillace e il verde degli uliveti, fino ad intravedere il rosso dei mattoni della basilica normanna di Santa Maria della Roccella.

Inserisco alcuni stralci relativi agli scritti che trattano della fonte Arethusa, (non quella siciliana), composti da: Cassiodoro, Marafioti, Fiore, Lenormant, e Zinzi e per ultimo Carmelo Turano.

Una buona passeggiata premunendosi di una buona pazienza e perseveranza, doti del viaggiatore-esploratore del territorio calabrese.

‘Fons Arethusa’, la fonte Aretusa, a Stalettì, CZ