La fontana “Scipione Agrippa” a Luzzi, di Flaviano Garritano

Pubblico uno stralcio della ricerca del Dottor Flaviano Garritano, che ha svolto sulle fontane in terra di Luzzi, lo ringrazio per la sua disponibilità a divulgare le bellezze storiche della terra di Luzzi, un modo per dare più valore a questa regione, e maggiormente un modo per mantenerene la memoria e di conseguenza il rispetto di questi luoghi. Grazie da Giuliano

Lungo la valle del Crati vi passava la famosa e antica “via Popilia”, costruita appunto dal console Publio Popilio Lenate, che collegava Capua a Reggio Calabria. Un’arteria molto importante per raggiungere, con carrozze o con altri mezzi, la parte finale della Penisola. Il territorio di Luzzi, che a valle confina proprio con il Crati, era attraversato da questa strada che seguiva il corso del fiume e attraversava Cosenza. In particolare, nella valle di Luzzi, esiste ancora una fontana di epoca romana detta “Sippio Grippa” sulla quale vi era una lapide con riportato1: SC. SG. C. V. P.V. TH. D. D. CUR. P.P.E. C.V.P.V. Cioè: “Scipio Agrippa, clarissimus vir/ praefectus Urbi (agre prope Thebas) dedit dono/ curator pecuniae Publici Aerari communi voluntate publicum votum”

Fontana “Scipione Agrippa”- stato attuale. Foto di Flaviano Garritano

Tradotto dal prof. Domenico Coppa significa: “Scipione Agrippa, uomo illustrissimo, Prefetto di città (presso gli agri di Tebe) diede in dono (questo acquedotto rifatto dal pubblico voto) con comune volontà, essendo amministratore del pubblico denaro erariale”. La via Popilia fu usata per secoli e lungo la strada vi erano villaggi e fontane dove sia gli abitanti che i viandanti si rinfrescavano. Poco più avanti di questa fontana, in località “San Vito”, negli anni settanta è stata rinvenuta una necropoli a maggior prova che questa valle è stata sempre abitata e coltivata.

Inoltre leggendo il libro Voyage pittoresque de Naple et de Sicilie del Saint – Non, un diario di viaggio dove viene descritta molto bene la Calabria, si scoprono altri dettagli su questa terra. In questo viaggio di fine ‘700 si cerca di raccogliere più informazioni possibili su questa terra ricca di storia e furono inviati anche dei bravi paesaggisti e degli architetti che fecero tante tavole paesaggistiche dei luoghi che incontrarono per immortalarli nella loro estrema bellezza. I viandanti quando risalirono la Calabria Citeriore e dopo essere passati per Cosenza attraversarono la media valle del Crati e la descrivono come un “vallone chiuso” a destra e a sinistra e “che non si può meglio comparare a un grande orto piantato d’alberi fruttiferi”. Ad un certo punto i viandanti specificano nel diario: “Avendo in seguito incontrato sulla strada una fontana nominata Fontana di Scipione, vi ci arrestammo, senza troppo preoccuparci donde le venisse questo bel nome”.

Questa testimonianza conferma che la fontana era situata lungo la via principale: la via Popilia. Oggi vicino ad essa si vedono ancora dei grossi cumuli di pietre tolte dal selciato della via costruita dai romani per poter arare i campi e seminarli. L’antica fontana, situata lungo la via consolare, la troviamo oggi semi nascosta, abbandonata e sconosciuta ai più come del resto tante altre cose. Aggiungo che in questa Calabria del “paesaggio pittoresco” descritto da questi viandanti non vi è rimasto quasi nulla visto lo scempio edilizio generale.

12.08.2016

Bibliografia:
“Antiche fontane pubbliceh in terra di Luzzi” di Flaviano Garritano, documento tratto dal sito web
https://www.academia.edu/30951212/ANTICHE_FONTANE_PUBBLICHE_IN_TERRA_DI_LUZZI